Come si procede

L'intervento di protesi di spalla permette di sostituire l'articolazione danneggiata o usurata in maniera totale (testa omerale e glena scapolare) o parziale (solo versante omerale). In questo caso si parla frequentemente di "emiartroplastica", indicata in processi di osteonecrosi o fratture dell'omero prossimale.

Diverse sono le opzioni disponibili e tecnicamente all'avanguardia per la protesi di spalla. Per la sostituzione della sola componente omerale nella protesi parziale si può procedere con:

- impianto di uno stelo nella diafisi omerale e di una calotta sferica (emiartroplastica)

- inserimento di una calotta metallica per rivestire la testa dell’omero danneggiata (protesi di rivestimento)

- impianto di un piccolo stelo nell'omero, dopo aver effettuato la resezione di un sottile strato della testa (protesi spalla emicefalica).

La protesi totale, necessaria quando anche la glena è danneggiata, prevede anche l'inserimento di una componente scapolare, che può avere superficie concava (protesi anatomica) oppure convessa (protesi inversa, dove la parte concava è quella omerale).


Quando è consigliata

La sostituzione protesica della spalla è indicata in presenza di un dolore intenso e persistente, nonostante la terapia medica, che determina una progressiva perdita dei movimenti della spalla, tale da impedire all'individuo di svolgere le comuni attività quotidiane.

La causa più frequente è l'artrosi gleno omerale che determina usura della cartilagine di rivestimento, riduzione o scomparsa dello spazio articolare e formazioni di "becchi" ossei (osteofiti).
A volte la degenerazione articolare può essere correlata alla rottura massiva dei tendini della cuffia dei rotatori (parliamo quindi, di artropatia da lesione inveterata della cuffia), alla presenza di malattie reumatiche (es. artrite reumatoide o psoriasica), dismetaboliche (lupus o sarcoidosi) o a processi di osteonecrosi avascolare della testa omerale.


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Protocollo post operatorio

Nella maggior parte dei casi, nel primo periodo dopo l'intervento è sufficiente indossare per circa 30 giorni un tutore reggibraccio per la protezione della spalla operata, salvo nei momenti in cui si esegue la terapia passiva di mobilizzazione. In situazioni particolari vengono concessi i movimenti più elementari dell'arto (mano, polso, gomito e spalla), cercando di evitare quelli che possono gravare sull'articolazione.

La dimissione avviene quando le condizioni generali e gli esami del sangue risultano stabilizzati, in genere dopo 5-6 giorni. La riabilitazione inizia immediatamente, sotto la supervisione di un fisioterapista, il quale interviene anche per una corretta assistenza domiciliare ed imposta un protocollo riabilitativo personalizzato che si protrae per almeno 3 mesi.


Domande frequenti

Quando è consigliata una protesi inversa?

La protesi inversa viene impiantata nei soggetti in cui la funzione dei tendini della cuffia dei rotatori è compromessa, solitamente per via di una lesione massiva inveterata irreparabile (ovvero una lesione non recente che coinvolge più tendini e che non può essere più riparata con le comuni tecniche), associata ad artrosi.
In questa condizione, infatti, gli altri tipi di protesi non permetterebbero di recuperare un movimento attivo soddisfacente: condizione indispensabile per un risultato ottimale dell’intervento, è che il muscolo deltoide sia valido ed efficiente.

Quali sono i tempi di recupero?

A meno di particolari circostanze, i movimenti più elementari del braccio possono essere intrapresi nei primi giorni (portare la mano al viso, usare le posate…).
Il successo dell’intervento di protesi di spalla dipende, nella quasi totalità dei casi, dal tempo che si dedica alla riabilitazione dell’articolazione, con un programma di mobilizzazione attiva e passiva della spalla e di rinforzo della muscolatura di deltoide, pettorale e scapolo-toracica.
La durata media del periodo riabilitativo è di circa 3-4 mesi.

Cosa ci si può aspettare dopo l'intervento?

L’obiettivo di ridurre il dolore viene raggiunto in oltre il 90% dei casi, mentre il miglioramento del movimento globale della spalla risulta strettamente correlato alle condizioni iniziali del paziente.
In ogni caso, con una protesi di spalla impiantata si sconsiglia di praticare a lungo termine attività gravose come spostare o sollevare grossi carichi, di usare attrezzi pesanti o di fare sport che richiedono sforzi impegnativi per la spalla (es. tennis e golf).